Jaroslav Hašek, in questo particolare romanzo storico che, purtroppo, è rimasto incompiuto, racconta la guerra da un punto di vista molto particolare. Attraverso gli occhi di Svejk, questo soldato un po’ ingenuo e sfigato – bisogna dirlo -, Hašek racconta i drammi di quell’epoca, focalizzando benissimo la società in quel periodo, cosa veniva percepito e come si rapportavano alla vita. Cosa significa mettere in moto la grande macchina della guerra e scoprire la nuda realtà di chi ci sta dietro? Ecco, questa ne è una testimonianza.

Raccontare la storia “dal basso”, ovvero guardando alla vita quotidiana dei soldati come Svejk, ci permette di comprendere come veniva percepito quel momento storico: i bollettini di guerra sono fake news e i veri nemici sono la classe dirigente e gli ufficiali al comando. Viene ben delineato infatti il collasso dell’impero austro-ungarico, ceduto sotto il peso di una macchina burocratica difettosa e complessa, sotto la corruzione, sotto la polizia segreta, sotto gli odi regionali e le incomprensioni linguistiche e sotto gli scellerati ordini della classe dirigente.
Lo ritengo anche interessante come spunto di riflessione sull’evoluzione del rapporto malattie mentali/società, in quanto spesso questo tema viene fuori e lo stesso Svejk si definisce un “cretino certificato” ironizzando sulla questione ma al tempo stesso sottolineando la forte discriminazione.
Peccato che l’opera di Hašek sia rimasta incompiuta a causa di una tubercolosi contratta ad appena quarant’anni: avrei adorato scoprire come e quando sarebbero terminate le avventure – o disavventure – del buon soldato Svejk.

Insomma, per concludere, bisogna dire che non è un romanzo veloce da leggere, e nemmeno che ispiri a una prima occhiata: non solo l’autore è poco conosciuto, in Italia, ma sono circa 900 pagine, a seconda dell’edizione. Un bel malloppo per fidarci al primo sguardo! Io vi dirò: da appassionato al tema, mi son voluto fidare. Parlandone poi con la libraria, mi ha detto che lo aveva adorato, e mi son fidato. Adesso sono qui che la ringrazio.
Ne approfitto anche per mettervi a fianco l’edizione che ho comprato io, a mio parere la più bella! Il titolo con cui è uscito per Mondadori è Le avventure del bravo soldato Svejk nella grande guerra; io l’ho scovato in libreria, ma ho visto che anche Feltrinelli ha pubblicato il romanzo sotto il nome di Il buon soldato Sc’vèik. L’illustrazione dell’edizione di Mondadori non si esaurisce sulla copertina ma prosegue anche all’interno, ed è proprio bella da vedere.
Dal libro sono state tratte tre puntate di un cartone in stop-motion diretto da Jirí Trnka. Sono uscite nel 1955. Qui trovate tutti i dettagli.
Alla prossima recensione!
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