Alice nel paese delle meraviglie

Continua, dopo Barrie e il suo Peter Pan, il mio viaggio nella letteratura d’infanzia classica e contemporanea. Come potevo non recuperarmi anche l’Alice di Lewis Carroll? Complice l’aver trovato nel mercatino dell’usato preferito di Torino una copia immacolata pubblicata da Feltrinelli nel 2017 – con testo originale a fronte, che meraviglia – me lo son pappato in due pomeriggi.

© Taupe Syuka

Amici: ma voi lo avete avuto un genitore o un parente che abbia dedicato ore della sua vita a leggervi le favole? Io no. Non certo per demerito altrui, anzi, ammiro i miei genitori per aver saziato la mia brama di libri per molti, molti anni. E comunque, a pensarci, sono stata piccola nel momento in cui era la Disney ad occuparsi della favola della buonanotte, e ignorando i traumi che ancora mi porto dietro posso dire di essere stata una bambina felice e che non ha sentito la mancanza di una lettura di accompagnamento verso i sogni.

Ma arriviamo al dunque: Alice nel paese delle meraviglie, questo libriccino piccolo piccolo, mi è piaciuto?

Per cominciare, la storia è diversa da quella a cui siamo abituati a pensare: non si ha davanti un romanzo super dettagliato, le azioni e i il susseguirsi di personaggi ha una dinamica molto veloce e, se non avessi avuto in mente già il mondo in cui mi apprestavo ad entrare, penso che me lo sarei goduto molto meno. Anzi, leggerlo mi ha fatto pensare alla scommessa che deve aver fatto la Walt Disney Production, nel 1951, nel voler trasformare tutto l’ambaradan di immagini, colori, entità, frasi, assurdità in un film d’animazione per bambini. CHAPEU.

© Oscar Rejlander

Pensate che è il libro stato scritto nel 1865 da un Lewis Carroll (pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson) appena trentatreenne, che mise per iscritto quello che era nato come un racconto d’intrattenimento durante una gita in barca per le tre figlie del vicecancelliere dell’Università di Oxford – di cui una, per caso o coincidenza, si chiamava proprio Alice.

La storia appartiene a quella che viene definita Letteratura nonsense, o dell’assurdo, di cui rappresenta, per chi come me ne era a digiuno da sempre, un buon inizio. Alice nel paese delle meraviglie può essere letto in due modi: tutto d’un fiato, senza soffermarsi sul senso, oppure soffermandovisi, lasciando che la testa, per mezzo dell’assurdo, entri in azione. Io l’ho letto nel primo modo, cercando di godermi la storia senza domandarmi cosa?perché?machi?macome? ogni cinque righe. Ogni tanto però spuntavano frasi talmente ricche, almeno secondo me, di doppi sensi (non sconci, ma letterari) che è stato impossibile non soffermarmici.

Vi dirò: intrattenermi, mi ha intrattenuto. Non è inquietante quanto Peter Pan, anche se il gatto sull’illustrazione di copertina dell’edizione che ho letto io lo era, un po’ inquietante, ma d’altronde qualsiasi gatto che t’appare dal nulla e che poi svanisce lasciando solo il suo sorriso nella notte nera un po’ inquietante lo è, anche solo per definizione.

Mi ha intrattenuto ma non mi ha entusiasmato, fatta eccezione per quei guizzi letterari arguti, accattivanti e per niente banali che ho trovato persino geniali.

Lo leggerei a dei bambini? Sì, questo libro sì: ha capacità d’intrattenimento, allena molto la fantasia sconclusionata ed è, alla fine, anche divertente. Però – e qui forse per alcuni dirò un’eresia – preferisco ancora il cartone, di cui è obbligatorio un rewatch e che metterò in lista – io vivo di liste, si era capito? – dopo tutti i rewatch che stagionalmente sento il bisogno di dover fare.

Voi lo avete letto o vi piacerebbe recuperarlo?

✩✩✩

“Che roba! Roba dell’altro mondo! Tutto il mondo, oggi, è roba dell’altro mondo! E pensare che fino a ieri le cose avevano un capo e una coda! E se mi avessero scambiata stanotte? Vediamo un po’: stamattina, quando mi sono svegliata, ero proprio la stessa? Mi sembra di ricordare che un po’ diversa mi sentivo, sotto sotto. Ma se non sono la stessa, allora domando e dico: Chi cavolo sono? Ah, questa sì che è una domanda da centoventidue milioni!”

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un’icona per effettuare l’accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s…

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: