La corte di nebbia e furia: un secondo capitolo che conquista

Ho chiuso La corte di rose e spine, il primo capitolo della saga scritta da Sarah J. Maas, piuttosto contenta: non avevo finito un libro bello, e neanche un libro scritto bene, però al suo interno avevo trovato tutto quello che cercavo al momento d’immergermici e, nonostante i difetti, ero finita per appassionarmi molto alla storia. Sono per questo voluta andare avanti, vedere come l’autrice avrebbe sviluppato trama e personaggi; nel giro di qualche giorno, complice una trasmutazione involontaria davanti alla Feltrinelli, mi sono regalata il secondo volume.

Sono stata felice di notare che la traduzione non sia stata affidata alla stessa traduttrice del primo – che purtroppo non ha fatto un buon lavoro: Lia Desotgiu, stavolta, sembra aver migliorato moltissimo le cose. Prima o poi rileggerò anche il primo volume, dato che so che è stato tradotto nuovamente in un’edizione drago che comprende i primi tre libri della saga (più una piccola novella), ma per adesso mi sono sentita di continuare a comprarli separatamente, giusto per comodità mia. Portandomeli spesso a giro, un volume di oltre mille pagine sarebbe stato un peso notevole.

Ma torniamo a noi e andiamo dritti al punto: La corte di nebbia e furia (A court of mist and fury) è un libro di qualità molto superiore al primo. Non so cosa mi sia successo, non so dove il mio spirito critico sia andato a rifugiarsi, non so neanche se il dio del fantasy mi stia sentendo e se debba temere in qualche modo la sua ira, ma questo libro… mi è piaciuto proprio tanto! Per la prima volta in tantissimi anni mi sono addormentata col libro tra le mani, ho beatamente dormito tutta la notte in questa posizione e poi, verso le 4 del mattino, mi sono svegliata esattamente dove avevo interrotto e ho ripreso come se nulla fosse successo. Quello che è avvenuto con la lettura di questo libro è stato un po’ come tornare alla me quattordicenne che lesse Twilight e, appena finito, cominciò a frequentare tutti i siti dedicati alla storia, a leggere fanfiction, a vivere di fanart, a immaginare la sera di essere rapita da un vampiro e di innamorarmi di lui.

Sì, ho ventisei anni e non sto scherzando. Sì, esiste un antro oscuro dell’internet pieno zeppo di disegni e storie di petti nudi e tatuaggi e ali da corvo e non sto scherzando. Sì, potrei aver sviluppato una dipendenza e questo libro potrebbe diventare una mia comfort reading, e non sto scherzando. Sì, dal comodino mi stanno giudicando I fratelli Karamazov di Dostoevskij che ho snobbato per questo romance. E non sto scherzando.

Comunque qui sotto vi inserisco degli esempi di fanart della saga, giusto per farvi capire in che tunnel io sia finita e con quale intensità io non voglia essere salvata. Alcune, secondo me, sono dei capolavori. Ah, ho pure trovato il covo su Reddit di tutti i fan della saga… lo so, vi vedo che state scuotendo la testa… e vabbè… accettatemi così, amici miei…

La storia non è originale, in nessun punto. Se nel primo era un’accozzaglia di Hunger Games, La bella e la bestia, di Stardust, di Twilight, ecco che in questo libro spuntano dettagli riconducibili anche a Harry Potter, nonché all’imprinting dei sequel del già citato libro sui vampiri. EPPURE, nonostante questo fare prendi di qua e cuci di là, non ho saputo staccare gli occhi dalle pagine di questo libro.

Vorrei parlarne senza fare spoiler. Immagino che siate qua perché avete letto il primo e volete, adesso che siamo già a metà articolo e ancora non ho detto una parola sul libro, sapere cosa aspettarvi. Nel primo volume abbiamo lasciato Feyre e Tamlin provati e feriti: Amarantah è stata sconfitta e i due, insieme a Lucien, se ne tornano a leccarsi le ferite a casa loro, alla Corte di Primavera. Il secondo volume riprende da qui. E COME RIPRENDE. MAMMAMIA. Una cosa va detta: di Tamlin, in questo libro, se ne vede poco, e se siete come me, che avete sviluppato un’antipatia viscerale nei suoi confronti dopo tutto quello che NON ha fatto nel precedente libro, ne gioirete parecchio. La protagonista di questo sequel è la Corte della Notte, il cui Signore Supremo altro non è che… Rhysand. Uuuuuhhhhh.

Va bene, non vi dico nulla; non vi voglio dire più nulla. Però se vi è piaciuto il primo, se avete trovato di vostro gusto lo stile dell’autrice, il modo in cui affronta la trama, o anche solo la prospettiva di Feyre, fidatevi quando vi dico che non rimarrete delusi. Anzi, mille volte meglio questo che il precedente, che perlomeno la Maas è riuscita a lasciarsi alle spalle una relazione tossica come quella tra Tamlin e Feyre… ehm, ehm… basta.

Tante cose non mi sono piaciute. Innanzitutto, perché mai continuare a tradurre con Signore Supremo? In lingua originale è High Lord. HIGH LORD. NO: noi abbiamo i signori supremi, che tutte le volte che lo leggo manca poco sputo un polmone dal livello di trash che m’immette nelle vene. Ma vabbuò, ormai ce lo dobbiamo sorbire così e così ce lo sorbiremo. Poi ho mal sopportato il ritorno delle descrizioni del mondo da parte di Feyre riferite alla pittura; no, proprio no: dire “così terribile che non avrei mai avuto il coraggio di dipingerla” non è una descrizione, mi dispiace. Non mi immagino niente, così, me lo devi far vedere, non provare. E vabbuò: anche qua ce lo teniamo così e andiamo avanti. Infine, per terminare con una triade – una figura moolto amata dalla Maas, dopo vi spiego da cosa si intuisce – il sistema magico continua a essere leggerissmo, ma comunque meglio e più comprensibile rispetto al primo volume. Di poco, eh, ma dopo 1000 pagine che vivi in questo mondo un miglioramento era d’obbligo.

You can do it, Sarah!

Insomma, da adesso in poi chiamatemi bambina di Sarh J. Maas. Non vedo l’ora di leggere il terzo, anche se so che non sarà mai all’altezza di questo flirtoso fantasy romance, e sapere che la me adulta e responsabile vuole mettere altre letture come priorità un po’ fa soffrire la me adolescente. Adesso sta battendo i piedi, mi sa che finisce in punizione.

Bando alle ciance! Voi lo avete letto? Vi è piaciuto o la scrittura un po’ scialba vi ha impedito di continuare, dopo il primo?

Vi aspetto nei commenti,

giù

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2 risposte a “La corte di nebbia e furia: un secondo capitolo che conquista”

  1. Avrà i suoi difetti, ma non si può negare che la Maas sa intrattenere. Comunque è il diario di Bridget Jones, non me lo toglie di testa nessuno, e Rhysand è Mark Darcy.

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  2. […] Una corte di fiamme e argento. Degli altri volumi ve ne ho parlato, in ordine crescente, qui, qui, e qui. Nonostante non fosse partita a meraviglia, la saga aveva poi recuperato alla grande – […]

    "Mi piace"

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