
LA FINE DEL MONDO 🐼
Avete mai letto un libro di Murakami?
In totale ne ha scritti quindici, di romanzi. Questo è il quarto: siamo nel 1985 e, nello stesso anno, vince il Premio Tanizaki, uno dei più importanti riconoscimenti letterari giapponesi.
Murakami porta in scena due storie parallele. I suoi personaggi non hanno nome, ma sono presenti fin da subito elementi surreali come unicorni e letture dei sogni. Le due storie, lo si intuisce, sono destinate a incontrarsi. Ma sarà la mente l’anello di congiunzione, rendendo il romanzo profondo e filosofico.
In una storia siamo a Tokio, nell’altra in una città separata dal mondo da alte mura. In una siamo un cibermatico, nell’altra un ragazzo che viene privato della sua ombra. In una siamo nel paese delle meraviglie, nell’altra alla fine del mondo. In entrambe il protagonista è maschio, e i personaggi sono uno più bizzarro dell’altro.
Leggere questo libro è stata un’avventura: all’inizio non riuscivo a smettere, la scrittura di Murakami si conferma fluida, ricca di spunti; poi sono cominciati i dubbi: dal cercare di intuire i collegamenti tra le due storie sono passata a uno stato confusionale. Alla fine, forse, credo di aver unito i puntini. Ma chissà se ho capito davvero.
Murakami gioca spesso con i sogni e con i simboli. Lo fa anche qui, mettendo in crisi il lettore. I punti di riferimento vengono smossi, incastrati tra di loro, in una danza che avvicina e che allontana. Non siamo in un giallo, però, e Murakami non deve niente: sta al lettore, brancolante nel buio, lasciarsi trasportare. Ma non c’è una promessa, non c’è una certa risoluzione.
È a chi ama affidarsi alle sensazioni che consiglio questo libro. A chi non ha bisogno di appigli concreti, chi sa accontentarsi di perfetti spettacoli. A chi piace sondare la mente, consapevole del poco che si sa. Io ho brancolato un po’ nel buio, ma la scrittura di Murakami è profonda e, a parte per il finale, questo libro è interessante per le riflessioni che porta a fare.
Per ora è quello che più mi è piaciuto. Al secondo posto metterei La ragazza dello Sputnik, e al terzo Kafka sulla spiaggia.
E voi? Quali libri di Murakami avete letto?
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Esiste anche questo al mondo, la tristezza di non poter piangere a calde lacrime. È una di quelle cose che non si può spiegare a nessuno, e anche se si potesse, nessuno la capirebbe. È una tristezza che non può prendere forma, si accumula quietamente nel cuore come la neve in una notte senza vento.”
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