
“Se proprio dovessi, sceglierei la Tasmania. Ha buone riserve di acqua dolce, si trova in uno stato democratico e non ospita predatori per l’uomo. Non è troppo piccola ma è comunque un’isola, quindi facile da difendere. Perché ci sarà da difendersi, mi creda.”
Dove scappereste sapendo che il mondo sta per finire? Qual è il vostro porto sicuro, il luogo a cui pensate quando le cose vanno male?
Di Tasmania mi ha colpito la copertina. I colori, la struttura. Delicato, ho pensato. Ma di cosa parlerà mai, con un titolo così? Neanche la quarta di copertina è riuscita a farmi tessere un’idea. L’ho cominciato con poche aspettative, quindi, che non fossero il piacere della forma.
Paolo vuole scrivere un libro sulla bomba atomica. Cosa è successo a Hiroshima e Nagasaki? Una fine del mondo, si risponde: piovuta dal cielo, la bomba ha segnato una popolazione, per non dire l’intero pianeta.
Per casuale correlazione, Paolo sta vivendo una fine dopo l’altra: con la compagna le cose non vanno bene, e gli amici sono uno più impelagato dell’altro. Tante crisi, insomma, e Paolo le vive e le vede passare senza potere. Spettatore e protagonista in un affresco di identità complesse che si compenetrano ma non si capiscono, Paolo ritornerà a sé stesso nell’unica dimensione che distrugge per ricreare: la crisi. Ma stavolta è la sua.
Parlare di questo libro senza parlare di scrittura significa minimizzare. Morbido, preciso, di un’umanità disarmante. Pieno di storie, di vite che pulsano, di fini e di inizi. Un libro di contingenze e di correlazioni. Un libro ampio come lo è la vita che si gioca sull’equilibrio del male e del bene, che non sono poli opposti ma oscillazioni di una stessa linea.
Tasmania è quel luogo salvifico in cui, giunto il pericolo, uno dei personaggi dice di volercisi rifugiare. Per alcuni, la propria Tasmania è una persona; per altre è un luogo, un posto sicuro; per altre ancora, Tasmania è un odore, una sensazione, un ricordo. La mia Tasmania sono i libri capaci di mostrarmi ciò che non vedo.
Questo è un libro che potrebbe mettere d’accordo molti lettori, e ve lo consiglio sia per la scrittura che per la trama. Ah, anche per la copertina. Ho già detto che voglio il cartonato attaccato in camera? 🤣
Lo avete letto? Vi ispira?
Ps: secondo l’annuale Classifica di Qualità del Corriere della Sera, Tasmania è al primo posto!
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